domenica 29 maggio 2016

Consegnato a chi ha fame


SIEGER KODER, Ultima cena

Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo

Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me" (1 Cor 11, 23-25)

Potessimo ascoltare e contemplare queste parole e restarne stupiti... ma siamo così abituati a sentirle a messa!
E riduciamo il mistero dell'amore inaudito a devozione!
Mentre è il mistero di una realtà che, unica, può rivoluzionare il mondo. Il mistero dell'unico Pane che sazia.

Siamo arrabbiati, gli uni contro gli altri. Abbiamo bisogno di scovare dei nemici da qualche parte. Siamo capaci di trasformare in nemici i tifosi della squadra avversaria; quelli che hanno un lavoro migliore e più redditizio; quelli che hanno pensioni d'oro; i politici; i vicini di casa; quelli che vivono a sud trasformano in nemici quelli del nord e viceversa; sicuramente sono nemici gli immigrati, anche quelli che fuggono dalla guerra con i bambini in braccio; e possono essere ritenuti nemici persino i fratelli e le sorelle; addirittura ho visto qualcuno trattare da nemica la propria madre. Solo la fame rende l'uomo lupo per l'uomo. Solo la fame fa vedere nemici in ogni angolo: gli altri possono rubarci il pane per la sopravvivenza.
Eppure siamo, noi europei, la società dell'opulenza, delle malattie causate dall'eccesso di cibo. Incredibile: i popoli ricchi fanno la guerra, anche ai poveri, per avere di più; solo i popoli ricchi hanno paura dei poveri. Quando erano poveri, i nostri nonni messi alla fame dal cibo distribuito con la tessera, durante la guerra, furono capaci di accogliere in casa quelli che fuggivano dai bombardamenti; e ci fu chi nascose in casa propria i ricercati e i perseguitati, come gli ebrei.
Oggi siamo troppo ricchi per poter fare questo. Oggi abbiamo paura dei poveri, dei fuggiaschi, degli immigrati. Abbiamo paura persino dei colleghi, dei vicini, dei parenti. S. Francesco di Assisi diceva che solo chi possiede qualcosa può avere paura degli altri.
Sto dimenticando che c'è la crisi economica ormai da otto anni? Eppure la crisi più grave non è quella economica e finanziaria: la vera crisi è la carenza di umanità. Per questo, pur avendo cibo in abbondanza tanto da sprecarne quantità esorbitanti - pur nella crisi -, siamo divorati dalla fame, una fame insaziabile che non sappiamo più come soddisfare.

E magari oggi siamo anche andati a messa e forse alla processione del Corpus Domini.

Ma forse non sappiamo riconoscere il Pane.

Proprio quando veniva tradito, cioè consegnato alla morte dall'amico diventato nemico, Gesù consegnava se stesso alle nostre mani di nemici che l'Amore voleva trasformare in amici. Di più: in fratelli e sorelle. Non lupi contro lupi, sempre più feroci e affamati quanto più sazi, ma fratelli e sorelle, che possono ancora amare e perdonare anche quando non sono amati.
Solo quel Pane e quel Vino, solo l'Eucaristia, può ridarci la nostra umanità. Mangiando e bevendo quel Pane e quel Vino, suo Corpo sacrificato e suo Sangue sparso, potremo essere saziati, tanto da poter saziare anche altri affamati.
Uomini e donne capaci di dare la vita per amore, ogni volta che ne mangiamo e beviamo. E saremo così memoria viva di Lui, Gesù UomoDio: il vero ricco, fattosi povero per arricchire noi. Si è consegnato alla nostra morte, per consegnare a noi la sua Vita, il suo Amore, diventando nostro vero cibo e nostra vera bevanda.