venerdì 30 marzo 2018

Dopo


PHILIPPE DE CHAMPAIGNE, Ultima cena, 1602
Pasqua 2018

Capita spesso di voler capire subito.
Mentre il cuore e la mente umani sono fatti per capire dopo.
Dopo aver studiato.
Dopo aver riflettuto.
Dopo aver cercato.
Dopo aver visto e sperimentato.
Dopo aver camminato e sofferto.
Dopo aver pianto
e amato.

"Prendete, mangiate: questo è il mio corpo dato per voi. Prendete, bevete: il mio sangue versato per voi".
Mi stupisco che gli apostoli non siano fuggiti ascoltando parole così inaudite.
Come capire? Cosa?

Poi, ancora un gesto più incomprensibile, scandaloso.
E Simon Pietro esplode: "Tu questo non lo farai mai! Non mi laverai i piedi in eterno!".
Non aveva capito la questione del corpo e del sangue, ma qui cosa c'è da capire?
Lavare i piedi si capisce subito: lavoro da schiavi.

"Tu ora non capisci, capirai dopo".

ANONIMO VENETO, Lavanda dei piedi, sec XVII
Quando dopo?

Ha lavato i piedi: lavoro da schiavi.
Dopo è sulla croce: supplizio da schiavi.
"Padre, perdonali".

Là nella casa di Caifa, seduto tra i servi, Pietro non aveva più riconosciuto il suo maestro, l'amico per il quale voleva morire. Ed era sincero quando aveva detto: "Darò la vita per te". Ma poi non aveva più capito. Non lo riconosceva più. E neppure riconosceva più se stesso come discepolo di quel Galileo.
Dopo, Gesù lo aveva guardato, e il gallo aveva chiamato la luce.

Dopo alcuni giorni, dopo la paura, il buio, la fuga, il pianto, la delusione...
"Simone, mi ami?".

Dopo, l'amore si rivela.
Al contrario di come lo immagini
o aspetti.
Dopo, l'amore è ancora vivo.
E crede in te.

Ed è sempre lui:
quando mangi il suo pane spezzato
quando ti inginocchi a servire i piccoli
quando dalla croce piove il perdono.


Sia per tutti una vera Pasqua