domenica 11 novembre 2018

Scriteriate


RUPNIK M., Elia e la vedova di Sarepta

XXXII domenica T.O.

1 Re, 17, 10-16
Sl 145
Eb 9, 24-28
Mc 12, 38-44

A volte la Parola di Dio contraddice prepotentemente i nostri pensieri, il nostro buon senso, i nostri criteri di vita pur buoni e onesti.
Certamente va colto il messaggio profondo di una Parola che ci viene offerta come impastata in culture e situazioni storiche estremamente lontane da noi; è poi quel messaggio profondo che va incarnato nella cultura e nella storia che viviamo. Ma comunque la prendiamo, la Parola di oggi ci mette a disagio.
Ci vengono proposte come modello due vedove ridotte in miseria. Al tempo di Elia, durante la siccità, e al tempo di Gesù, come faceva una vedova a non ridursi in miseria?
Quei pochi spiccioli che poteva raggranellare magari spigolando o filando doveva contarli e ricontarli prima di spenderli per mangiare. E quella povera donna di Sarepta, non avendo più che un pugno di farina e un goccio di olio, si era rassegnata a morire con suo figlio. Una pagana. Forse aveva pregato tutti i suoi dei, ma non aveva trovato soccorso.
Un giorno, però, il soccorso arriva... ma nella persona di uno più povero di lei, che proprio a lei chiede da mangiare. No, non sono i suoi dei a mandarle un aiuto, ma il Dio di Israele, di cui lei, forse, non sa nulla. Sarà la disperazione che induce quella donna a credere alle parole di Elia? Comunque, quello che fa ci appare come una follia. Ma agli occhi del Dio di Israele, alla cui presenza Elia sta, quella follia è fede. Una fede che ha il profumo della carità. Messe insieme, queste due virtù, fanno una miscela ... scriteriata ... ma esplosiva. 
Fanno esplodere la provvidenza di Dio. Toccano il suo cuore.



L'offerta della vedova povera, S. Apollinare Nuovo, Ravenna

L'altra vedova è contemporanea di Gesù e un giorno incontra il Maestro nella sala del tesoro del tempio di Gerusalemme. Lei neanche se ne accorge. Quante volte non ci accorgiamo della presenza di Dio nella nostra vita! Ma a lui non sfugge. Lui ha occhi per tutti e soprattutto legge dentro, nel cuore, di coloro che osserva.
Sono tanti quelli che passano a gettare offerte nel tesoro: è un dovere per i fedeli israeliti fare offerte al tempio; sono il segno dell'amore a Dio, ai suoi sacerdoti, al suo tempio.
I ricchi fanno offerte pesanti, che si sentono quando cadono tintinnando. E poi vengono anche annunciate ad alta voce. Così si scatena una specie di gara, a dimostrazione della ricchezza che fa coppia con il potere; a dimostrazione della devozione e della generosità, che attendono poi ringraziamenti e riconoscimenti. Anche in certi nostri santuari ci sono lapidi con scritti i nomi dei ricchi offerenti. Resteranno in piedi le nostre pietre?
Poi passa quella scriteriata vedova: le sono rimasti due spiccioli per sopravvivere in giornata .. e li getta nel tesoro. Un'offerta risibile assolutamente inutile.
Eppure Gesù resta incantato da quella follia. Anche in lei fede e carità diventano miscela esplosiva, commuovono Dio. A fronte del disprezzo di tanti altri.
Ma forse, in lei, Gesù si rispecchia, la sente estremamente simile a sé. Sì, quella donna per noi scriteriata è immagine e profezia di un'altra offerta scriteriata: quella che Gesù farà di se stesso, sulla croce, per ridare vita alla moltitudine dei peccatori.
Anche di questa Parola di oggi occorre metterci in ascolto ... nonostante ci sembri scriteriata.


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