RAFFAELLO SANZIO, La pesca miracolosa
Come ci sorprende questo Dio che chiede aiuto… a Isaia e a
Simone, due timorosi e indegni peccatori… come noi!
E come rischiamo di ascoltare la Scrittura-Parola di Dio
senza accorgerci delle sue sorprese!
Purtroppo noi “persone religiose”, come Isaia e come Simon
Pietro, sappiamo troppo bene chi è Dio
per lasciarci sorprendere dal Dio vivente. La nostra fede cristiana è fatta di
tante belle idee teologicamente perfette …
e crediamo in un Dio che ci inventiamo noi. E perciò spesso restiamo
delusi. Ma, a dire la verità, anche abbastanza al sicuro. E, in fondo, è questo
che ci interessa: sentirci al sicuro… ancorati nei porti delle nostre
competenze umane e dei nostri fallimenti, rannicchiati nei nostri riti emotivi
a ore, dentro le nostre preghiere scontate…
ma davvero siamo al sicuro?
Dove poniamo la nostra sicurezza?
Possiamo fissarla solo nella sorpresa di scoprire un Dio
bisognoso, povero, che ci chiede aiuto. E che Dio è? Un Dio che prega… me. Insomma tutto il
contrario di quello che mi aspetto. È lui che deve rispondere ai miei bisogni e
aiutarmi. E invece lui prega me, di dargli poi cosa? La mia barca:
la mia vita, la mia capacità lavorativa, il mio tempo, ciò che sono e che ho.
Tutto. Anche i miei peccati. E già. Lui è così bisognoso di me… che si prende
tutto!
E crediamo di essere umili dicendo che non valiamo niente,
che non siamo capaci, che siamo peccatori. Ma tutte queste scuse rivelano solo
il nostro orgoglio che non vuole rischiare di riconoscere che, in fondo, è
vero: da Lui viene la nostra grandezza, dal suo amore, non da noi. E scopriamo
che per Lui noi siamo preziosi, valiamo la sua vita! Valiamo il suo amore!
Valiamo la sua missione, che Egli vuole condividere con noi.
Scopriamo che umiltà è solo lasciarci sorprendere da Dio e
dalle sue richieste nei nostri confronti. Richieste che non sappiamo dove ci
porteranno: in alto mare… immersi continuamente nel rischio di perdere la vita.
Come Lui. Come sua Madre, talmente attenta ad ascoltare che si lasciava
continuamente sorprendere da un Dio che non sempre riusciva a capire, ma che
non poteva non amare e non seguire… a qualunque costo.
“Lasciarono tutto e lo seguirono”. Forse significa
semplicemente che lasciarono il dio che credevano di conoscere e di possedere e
seguirono quel Dio povero e rischioso che chiede aiuto. Che non garantisce la
tranquillità, l’economia, il successo,
il potere, il prestigio, il quieto vivere, la garanzia dei miei
interessi. Anzi tutto questo butta in
alto mare o incenerisce nei carboni ardenti del suo cuore folle…
E poi scopriamo che il mondo, dovunque e sempre, gli uomini
e le donne, i giovani, i bambini, i vecchi, i ricchi e i poveri, hanno bisogno
di aiuto, hanno bisogno di Lui. “Chi manderò?”
“Eccomi, manda me”. E io ho paura del mare.
Nessun commento:
Posta un commento