Children Know Peace, Filippine 2012
Davvero la vita ha un senso se abbiamo un nemico contro cui
combattere?
Davvero la vita è bella se abbiamo una guerra da fare?
Davvero la vita è gustosa se individuiamo qualcuno da
rifiutare?
Davvero la vita è più tranquilla se decidiamo che qualcuno è
responsabile dei nostri problemi?
Davvero ci sentiamo soddisfatti se auguriamo la morte ai
politici?
Davvero crediamo di costruire un futuro insultando quelli
del nord o quelli del sud o quelli della squadra avversaria? O quelli di un’altra
religione?
Davvero ci sentiamo giusti quando diffondiamo notizie della
disonestà o di errori di altri o di frasi dette o di decisioni prese, senza
conoscere la fonte della notizia, senza essere sicuri che sia vera – ma sicuramente
è vera perché è scritta su internet? Davvero ci fa sentire bene diffondere
calunnie o notizie allarmistiche o velenose?
Davvero cercare, individuare o inventare le colpe degli
altri è la missione che ci realizza?
Un poster per la pace, Quarrata 2015
Davvero vivendo così ci sentiamo una società civile?
Davvero diffondere la paura dello straniero e rifiutare in
assoluto i fedeli di un’altra religione ci fa sentire fedeli difensori della
fede cristiana?
Davvero identificare gli immigrati come i responsabili dei
nostri problemi sociali ed economici ci fa sentire salvatori della nostra
società?
Davvero invocare la lotta e la guerra contro chi ci fa guerra “per soldi” mascherandola di
religione, ci fa sentire diversi da loro?
Davvero diventare cristiani fondamentalisti, puritanamente
separati dal resto del mondo, ci fa sentire cristiani veri? O forse non è
questo ciò che i fondamentalisti islamici si aspettano? E allora avremmo obbedito
a Gesù Cristo o all’Islam fondamentalista?
Davvero indossare i panni delle vittime ci mette tranquilla
la coscienza?
Davvero difendere la fede cristiana e la chiesa significa tenere
lontani tutti quelli che non sono abbastanza fedeli e “in regola”? Davvero ci
si può sentire veri cristiani e veri difensori dei diritti di Dio e della
Chiesa, diffondendo disistima del Papa e del suo insegnamento e del suo esempio
di pastore che non ama le separazioni farisaiche, il potere ecclesiastico, le
insegne gloriose, i privilegi di rango, ma indica con la parola e con la vita
le vie scandalose del Vangelo? Le vie di Gesù che, appunto, ha scandalizzato,
con la sua vita e il suo insegnamento, i sommi sacerdoti difensori della
purezza della fede, sostenitori dei diritti e dei privilegi del sacro,
accusatori e giudici dei peccatori. Una religione facile, la loro. Davvero è
questa che vogliamo? O vogliamo la fede che si identifica con le vie di Gesù,
mai scontate e sicure, mai privilegiate, mai asettiche. Le vie di Gesù, che
mettono sempre la coscienza in discussione e in ricerca, che seguono sempre i
sentieri di quell’amore che si manifesta nell’incontro e nell’accoglienza, anzitutto,
nella vicinanza, nell’ascolto e nella comprensione, nel servizio, nella
misericordia. Su queste vie non si nega e non si nasconde mai la verità, che
non sarà mai se stessa lontano dall’amore. E solo il Crocifisso ne è Maestro. E
la Risurrezione non è la sconfitta della Croce: ne è il sigillo e la gloria.
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