domenica 14 agosto 2016

Incendi e sciabolate o crema antirughe



Ger 38,4-6.8-10
Sal 40
Eb 12,1-4
Lc 12, 49-53

Ci infastidisce questa pagina di Vangelo…  Siamo in vacanza, o almeno in cerca di un po’ di relax, dalle tensioni, dallo stress di tutto l’anno, dalle fatiche, dai contrasti, dalla corsa ad ottenere di più: la carriera… il successo… i riconoscimenti…
E già da alcune settimane, proprio in estate, in tempo di vacanze, Gesù si mostra nel suo volto meno attraente, anzi… indiscreto… fastidioso… Ma che vuole? Non capisce – almeno Lui – che abbiamo bisogno di riposo, di comprensione, di carezze, di misericordia, di tranquillità?
Ci si mette, in questi giorni, anche il Papa, che prima invita a pranzo i rifugiati, quasi tutti musulmani che ha ospitato in Vaticano, poi va a trovare le donne uscite dalla schiavitù della prostituzione e chiede perdono a nome dei cristiani! Ma anche questo ce l’ha con noi? In fondo la prostituzione è il lavoro più antico del mondo! Anche il Papa ha deciso di infastidirci la vacanza, lui che non va in vacanza.

E se le parole di Gesù, oggi, fossero proprio antistress? Come quelle delle domeniche scorse. La Parola di Dio, che Gesù è venuto a far piovere abbondantemente sulle nostre ferite da stress… o da peccato, davvero – sempre – è tisana rilassante che dà pace, crema antirughe che rinnova la giovinezza del cuore.
Se la sentiamo, ci infastidisce. Se la ascoltiamo ci comunica la stessa passione del suo cuore. E la passione è vita. Si è vivi solo se si è disposti a patire per una vita più alta, più vera, piena. Una vita più.
La passione che egli porta nel cuore e nelle sue scelte di vita è fuoco: fuoco che distrugge le sterpaglie che impediscono il passo e la crescita, la zavorra che stanca, l’egoismo che chiude le porte, le paure che soffocano, gli interessi personali che rendono malati e assetati e affamati, in un eterno supplizio di Tantalo; eppure tutto questo è ciò che noi rincorriamo, perché ci fanno credere che siano la nostra felicità.
La passione di Gesù è fuoco che purifica, che apre la strada e illumina, guida, riscalda, amalgama, trasforma, dà energia. Cosa sarebbe la vita umana senza il fuoco?
La passione di Gesù è il suo battesimo, cioè il dono della sua vita a noi. Egli arde dal desiderio di immergersi fino alla morte nella nostra vita di malati di peccato. Sì, arde dal desiderio di morire con noi e per noi, per donarci la sua vita piena, appassionata, donata, condivisa. Una vita che si espande come il fuoco al vento dello Spirito. Una vita che vuole raggiungere tutti quelli che mancano di vita, di gioia, di amore: vuole raggiungere tutti gli “scartati” dalla vita. Ci siamo anche noi tra questi, o noi siamo quelli che scartano?

E anche oggi Gesù attende che scegliamo: non per domani, non per dopodomani; per oggi; domani ci chiederà di rinnovare la scelta. Si tratta di scegliere di lasciarci incendiare, di lasciarci purificare dalla sua Spada, che è la sua Parola, di lasciarci immergere nel suo battesimo che è il suo “morire per amore”. Si tratta di scegliere di “vivere oggi, con cuore rinnovato, il nostro battesimo”. Si tratta di lasciarci conquistare dalla NOVITÀ che è Gesù, oggi, nella storia che viviamo. È ciò che il Papa ci ripete con i gesti e le parole. È per questa NOVITÀ DISTURBANTE, che richiede quotidiana conversione, che il Papa si ritrova perseguitato in casa sua, cioè nella Chiesa. Sono i padri e le madri, i suoceri, che non riescono ad aprire il cuore alla NOVITÀ ETERNA che è Gesù e restano al passato, a ciò che abbiamo sempre fatto: il Papa si inginocchi davanti all’Eucaristia, dica il rosario e combatta i musulmani e allontani le coppie irregolari.
E noi ci terremo il nostro egoismo stressante, che ci fa sentire bravi e buoni cristiani: e ci basteranno alcuni giorni di vacanza, per dirci che stiamo bene.


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